Joseph Puig i Cadafalch

Josep Puig i Cadafalch nasce a Matarò, a nord di Barcellona nel 1867, una importante cittadina industriale.
Trasferitosi a Barcellona per studiare architettura il suo ritorno nel pueblo da l’avvio alla sua carriera con incarico pubblico divenendo a soli 24 anni architetto municipale lavorandovi per i successivi 5 anni.

Con la nomina di professore all’Escuela de Arquitectura di Barcelona, per l’insegnamento di Idraulica e Resistenze dei materiali, il trasferimento nella capitale catalana divenne fondamentale per il futuro professionale ed artistico.
L’incarico come Presidente della Mancomunitat de Catalunya, l’associazione delle province, lo portò ad elaborare un ambizioso piano d’insegnamento e cultura.

Puig i Cadafalch, l’ultimo modernista 

Fu discepolo di Lluís Domenèch i Montaner ed è considerato l’ultimo rappresentante del modernismo catalano.
Le sue opere come Casa Amattler e Casa Martí fanno parte del suo cosiddetto “primo periodo” dove l’architetto ingloba elementi d’ispirazione nordica a quelli già conosciuti in tutta la penisola iberica come “mudéjar” ovvero l’unione degli stili spagnoli con quelli arabi.

In particolar modo questo si può ammirare nella Casa Terradas, o comunemente chiamata Casa de les Punxes (dal catalano, la casa con le torri): siamo nel decennio tra il 1895 e 1905.

 

Il modernismo razionalista Puig i Cadafach

Il suo secondo periodo, intriso di funzionale idealismo, sviluppa una architettura basata sui gusti della nuova borghesia industriale catalana.
Vince la praticità e la razionalità senza però mia far mancare quel pizzico di stravaganza: Casa Trinxet, la Casa Muntades e la Casa Pere Company sono una perfetta testimonianza.

In ultimo è stato identificato un terzo periodo definito “monumentalista”.
La celebrazione dell’Esposizione Universale di Barcellona del 1929 fa di Puig l’architetto principale.
Gli edifici celebrano l’architettura romana e nonostante l’influenza di Gaudí sembra essere una enorme tentazione per molti, Puig si limita all’uso del “trencadis” solo in alcuni casi: egli preferisce avvicinarsi allo stile neobarocco, rindondante nelle decorazioni ma non classico negli elementi strutturali.

La Casa Pich i Pon, progettato nel 1929, dimostra il grande interesse per l’architettura statunitense: siamo in Plaça de Catalunya al civico 9.
Questa è la dimostrazione di cosa sia il barocco catalano: linee classiche (ad eccezione della porta barocca e degli angoli) che conferiscono un carattere monumentale, tipico delle future costruzioni barcellonesi del Novecento.

L’esilio in Francia

Con la Guerra civile spagnola Puig andò in esilio volontario tenendo magistrali lezioni di architettura e storia in numerose università parigine ottenendo un riconoscimento internazionale senza precedenti.
Il titolo di dottore honoris causa dai vari atenei, fra i quali anche della Sorbona, non servì a nulla una volta tornato in patria sotto al regime franchista fortemente contrario al Modernismo.
Il divieto di esercitare la sua professione di architetto potendo dare alla sua idea di architettura vita e sviluppo sociale lo costrinse al solo restauro di edifici e monumenti.

Le Quattro Colonne che ora possiamo ammirare ai piedi del Palau Nacional davanti alla Font Màgica sono sue.
Simboleggiano le quattro fasce della senyera (la bandiera catalana, con le sue quattro fasce rosse) e sarebbero dovute essere sormontate da figure rappresentative di quattro vittorie alate.

Per tale ragione, durante la dittatura di Primo de Rivera, nel 1928, vennero fatte demolire in quanto simboli del nazionalismo catalano ma soprattutto in modo che non beneficiassero dell’eco che poteva dare loro l’Esposizione Universale che si sarebbero celebrate l’anno seguente.
Quelle che possiamo ammirare ora sono invece la ricostruzione, avvenuta nel 2010.

 

Un Curriculum Vitae di prestigio

Ci lascerà il 23 dicembre 1956 all’età di 89 anni con un’eredità architettonica che molti turisti purtroppo non conoscono in modo completo.
Non voi! Perché io Puig lo celebro senza se e senza ma!

Anche per lui la cronologia che segue ci permette di scoprire l’evoluzione stilistica sicuramente meno “appariscente” e famosa dell’architetto di Dio, Antoni Gaudí, ma che potrà darvi l’idea del cambiamento urbanistico barcellonese.

1896 – Casa Martí
1898 – Casa Amattler
1901 – Casa Macaya
1901 – Casa Muntadas
1903 – Casa Serra
1904 – Palau del Baró de Quadras
1905 – Casa de les Punxes
1911 – Casa Pere Company
1911 – Fàbrica Casaramona
1914 – Casa Muley Afid
1919 – Le Quattro Colonne
1921 – Casa Pich i Pon